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PROCEDIMENTO PER L' ACCUSATO MINORENNE
*tutela legale
In base alla legislazione vigente in Italia, i crimini commessi da minori devono essere trattati da specifici organi, che adottano procedimenti diversi rispetto a quelli ordinari, e che prevedono condanne assai più lievi.
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In altri Paesi europei, il sistema legislativo ha perfino stabilito differenti tipologie di condanna.
Nel nostro sistema normativo, il tribunale per i minori si compone di un organo giudicante in forma di assemblea, formato da due magistrati togati (uno d'istanza, in veste di presidente dell’assemblea, e uno di tribunale) e da due giudici ad honorem (componenti laici), di genere maschile e femminile, con compiti di supporto sociale; i compiti del Pubblico Ministero sono compiuti in primo grado dall’avvocato della Repubblica al tribunale dei minori, che ricorre a un’ unità specifica di Polizia Giudiziaria, formata da membri competenti e con padronanza della materia.
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L’iter relativo ai crimini di minori è caratterizzato dai seguenti fattori: finalità rieducative del soggetto minore; un iter meno pesante per il minore; completa tutela della personalità e dati personali del minorenne.
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Queste sono le principali finalità della legge specifica (v. D.P.R. 448/1998), la quale prevede deroghe al consueto iter penale, come ad esempio la considerazione della leggerezza del gesto, che prevede il proscioglimento con giudizio a non procedere, la non adozione della legge sull’evasione, lo svolgimento in sede privata dell’iter penale, la proibizione di trasmettere dati o figurazioni del minore, la progettazione di un archivio giudiziario apposito, e l’accertamento del soggetto minore, che se ha esiti positivi prevede l’invalidazione del crimine.
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LA NOTIFICA DELLA FINE DELLE INDAGINI PRELIMINARI EX ART 415 BIS C.P.
In alcuni casi, il soggetto non conosce le inchieste che lo riguardano, condotte dalla Procura della Repubblica. Talvolta è accaduto che soggetti indagati non fossero consapevoli del loro stato di inquisiti.
Questo accade perché la legge prevede per ciascun crimine tipi di indagini diverse, le quali determinano differenti livelli di conoscenza delle stesse.
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Accade ad esempio che un soggetto sa di essere indagato con l’atto di nomina domiciliare (v. Art. 161 c.p.p.); oppure riceve un provvedimento di vigilanza cautelare individuale (come il fermo domiciliare), o effettivo (es. la requisizione di una proprietà); altri indagati sono invece inconsapevoli perché è disposta l’archiviazione dell’indagine prima della prosecuzione degli atti di notifica.
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In sostanza, anche se il sistema di indagine non è univoco, il soggetto indagato deve conoscere il proprio stato quando il Pubblico Ministero, dopo la fase d’inchiesta, stabilisce la prosecuzione in via penale.
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Il caso in cui il soggetto indagato viene a conoscenza della conclusione dell’indagine preventiva, (v. Art. 415 bis c.p.p.) é l’applicazione di una delle garanzie normative a vantaggio del soggetto che sta per essere incolpato (v. elementi di differenza tra inquisito e imputato).
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Pertanto, essa serve, oltre che alla notificazione del fatto che un Pubblico Ministero sta intraprendendo un iter penale, anche all’organizzazione da parte dell’inquisito di adottare strumenti di difesa prima dell’inizio del processo, o a presentare al P.M. la richiesta che possa esortarlo a non procedere, o indurlo a una riconsiderazione del caso.
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